Grazie

Grazie a tutti gli intervenuti, ai relatori che hanno illustrato il progetto e il loro punto di vista sull’argomento, ma grazie soprattutto alla numerosa platea presente. E’ stato particolarmente emozionante e significativo vedere arrivare così tante persone per una serata dedicata ad un tema che molti pensavano non interessasse a nessuno. Stasera abbiamo imparato che non è vero che c’è indifferenza, passività o fatalismo. Da stasera sappiamo che c’è voglia di sapere e di conoscere a cosa si va incontro con progetti che nessuno aveva mai ritenuto di dover spiegare prima.

Una giustificazione la si trova sempre

La bellezza non basta, si sente dire in giro. Eppure una delle frasi più celebri della letteratura mondiale è “la bellezza salverà il mondo“. E’ quanto Dostoevskij fa pronunciare al principe Miškin, protagonista de L’Idiota.
Sembra una frase semplice, ma è invece un’intera filosofia di vita.
Nel brano tratto dal film I cento passi di Marco Tullio Giordana, Peppino Impastato (interpretato da Luigi Lo Cascio) guarda l’area dove sorgerà l’aeroporto di Palermo e dice: “In fondo tutte le cose, anche le peggiori, una volta fatte poi si trovano una logica, una giustificazione per il solo fatto di esistere. […] Non ci vuole niente a distruggere la bellezza. E allora, invece della lotta politica, la lotta di classe e tutte le manifestazioni e ‘ste fesserie, bisognerebbe ricordare alla gente che cos’è la bellezza, aiutarla a riconoscerla, a difenderla. E’ importante la bellezza, da quella scende giù tutto il resto“.

Ci vediamo stasera, martedì 28 giugno 2011, alle 20:30 presso il ristorante “da Michele”.

(Grazie a Save Sorrento View)

Riflessioni dall’altrove

Tra le varie mission del blog “in difesa della Marina Lobra” (mezzo di comunicazione, archivio, emeroteca, luogo d’incontro e di scambio d’idee, spazio di confronto, strumento di aggregazione…) c’è anche quella di essere uno spazio di riflessione su quanto accade intorno a noi. Naturalmente è possibile analizzare ogni questione ad almeno due livelli di scala: uno locale, in cui siamo più direttamente coinvolti, ed uno di contesto, che oggi spesso coincide con una dimensione globale.
A questo proposito, riteniamo interessante, utile e pertinente osservare ciò che avviene altrove.
Probabilmente potremmo evitare di andare molto lontano (vedi cosa sta accadendo in queste drammatiche ore in Val di Susa), ma mai come in questo periodo storico ciò che succede in Cina è ritenuto un’indicazione per tutto il pianeta. Le trasformazioni economiche e sociali di quell’immenso Paese si riflettono anche sul territorio, sulle città. E il cinema ne racconta molti aspetti. 

Nel 2006 “Still Life” di Jia Zhang-ke ha vinto il Leone d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia con una storia ambientata nei luoghi destinati a scomparire per la costruzione della diga delle Tre Gole, che ha comportato l’evacuazione di un milione di abitanti (su YouTube in 15 filmati a partire da QUI).

Per la preparazione dei giochi olimpici del 2008, la capitale Pechino ha cambiato completamente il suo aspetto, senza farsi scrupolo di distruggere interi suoi quartieri storici e popolari. Lo racconta Ronjia Yu in un documentario di 28′ intitolato “Goodnight Bejing“, che è possibile vedere in streaming QUI.

Ogni scelta ha evidentemente delle conseguenze, ovvero un prezzo da pagare. Ma quanto bisogna pagare? Chi paga? Con che tipo di moneta? E con quali effetti sulla vita della gente?
La distanza culturale e le diverse finalità (e motivazioni) tra i casi cinesi citati e il progetto della Lobra non permettono comparazioni d’alcun tipo. Tuttavia c’è un aspetto delle trasformazioni urbane e territoriali cinesi che può insegnarci qualcosa: è il (mancato) rapporto con la popolazione e coi suoi diritti.
Ogni progetto che incida sulla vita dei cittadini dovrebbe prevedere obbligatoriamente l’ascolto dei residenti, la pianificazione partecipata e condivisa, una adeguata campagna di comunicazione che informi gli abitanti e i visitatori del territorio, l’indicazione dei tempi di cantiere e di messa a regime dell’opera che si intende realizzare, lo studio di possibili valide alternative e così via.

Domani sera abbiamo un’occasione per discutere insieme del progetto che riguarda la Lobra, presso il ristorante “da Michele” a partire dalle 20:30.
Esserci sarà un modo per chiedere, come cittadini ed elettori, di essere ascoltati.

La Lobra in uno sguardo

P1000528Marina della LobraMarina della LobraMassa Lubrense (NA), sui sentieri lubrensi: Marina della Lobra.massa lubrensemassa lubrense
...Harbour viewandando per mare...Marina della Lobra91Marina della Lobra
Marina della LobraMarina della Lobramaioliche pozzo marina della lobraMarina della LobraMassa Lubrense (NA), sui sentieri lubrensi: Chiostro del Convento della Lobra.Marina Lobra - Massa Lubrense (Napoli)

Raccontare la Marina della Lobra con gli occhi [una galleria su Flickr].

28 giugno 2011: incontriamoci!

Comunicato Stampa
Massa Lubrense, 20 giugno 2011
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Il Comitato Civico in difesa della Marina Lobra ha organizzato un incontro pubblico per martedì 28 giugno 2011 alle ore 20.30, presso il Ristorante da Michele in Massa Lubrense – Marina Lobra.
Obiettivo dell’incontro sarà la presentazione del “progetto di riqualificazione dell’area portuale di Marina Lobra e rimessaggio, con sistemazione per la balneazione del litorale Chiaia”, verso cui il Comitato si oppone fermamente.
All’incontro sono stati invitati esponenti della Regione Campania e della Provincia di Napoli. Già confermata la presenza dell’Assessore provinciale al Demanio Piergiorgio Sagristani e il Consigliere provinciale Raffaele Apreda.
Tra i relatori, oltre al presidente e al vice-presidente del Comitato, anche esponenti del gruppo consiliare di opposizione “Patto Con La Città” e i rappresentanti delle locali sezioni delle più importanti associazioni di difesa dell’ambiente.

Rassegna stampa #02

Gli organi di stampa continuano a parlare della Marina Lobra e del progetto di “riqualificazione” che la interessa. Ogni volta è citato il nostro Comitato e ci fa molto piacere: puntare i riflettori sulla Lobra e far parlare del rischio che corre era ed è uno dei nostri obiettivi.
In particolare, negli ultimi due giorni “Lo Strillo della Penisola” ha scritto ben quattro volte su questo tema e sabato scorso ne ha parlato anche “Agorà”; oggi invece il nostro Comitato è apparso su “PositanoNews“.
Ieri (20 giugno 2011) “Lo Strillo della Penisola” ha spiegato le tensioni all’interno dell’Amministrazione comunale per una serie di ostacoli che (fortunatamente) sta incontrando l’iter progettuale: “PUT, espropri e ambientalisti bloccano il mega progetto” (di Orsola Miccio).
Invece oggi (21 giugno 2011) prima ha dato notizia di un incontro pubblico che abbiamo organizzato per il prossimo martedì 28 giugno (per maggiori informazioni QUI), poi ha parlato proprio di noi: “Nasce il Comitato civico in difesa della Marina Lobra” e, ancora, ha pubblicato “Le note di WWF e Italia Nostra“.
Infine, sabato 18 giugno 2011 “Agorà” ha pubblicato l’articolo “Lavori al porto: tutto in alto mare” (qui riprodotto in jpg).

(Gli articoli dello Strillo sono riprodotti anche tra i commenti di questo post)

A cosa ci opponiamo e perché

In cosa consiste esattamente il progetto cui ci opponiamo? Qual è la sua entità? E quali le modalità previste per realizzarlo? Dove intendono intervenire? Perché non siamo d’accordo?
Abbiamo realizzato una schedatura che fa ordine tra i numerosi fascicoli del progetto, le sue migliaia di pagine e le centinaia di tabelle e simulazioni grafiche di cui è composto.
Un primo risultato è la visualizzazione ordinata (per quanto molto semplificata) di tutti gli interventi previsti:

Gli altri dettagli, invece, sono spiegati in un’apposita scheda: QUI (oppure in versione stampabile o, ancora, in versione da proiettare: 6MB).

Il progetto va arenandosi, scrive “Il Mattino”

Sul quotidiano napoletano “Il Mattino” ieri (14 giugno 2011) si è parlato della Marina Lobra e delle difficoltà che (fortunatamente) sta incontrando l’iter del progetto contro cui ci stiamo muovendo (ma ancora non c’è nulla da esultare).
Significativo (per noi direttamente coinvolti e più in generale per il crescente peso democratico della partecipazione “dal basso”) è un riferimento al nostro Comitato “costituito negli ultimi giorni proprio per la difesa del borgo marinaro e delle sue testimonianze archeologiche”.

Il link all’articolo (riprodotto su PositanoNews) è QUI.
Lo stesso è anche al primo commento di questo post.

(L’articolo è ripreso anche da TeleStreetArcobaleno e da PatrimonioSOS)

Voci da ascoltare e voci da correggere

Circa tre anni fa (20 ottobre 2008), quando sembrava prendere forma il progetto di “riqualificazione” del porto di Marina Lobra, un articolo del “Corriere del Mezzogiorno” faceva un resoconto asciutto ed attendibile della questione: “Massa, Marina della Lobra cambia faccia. Residenti contro porto” (l’articolo è riprodotto al primo commento di questo post).

Viceversa poche settimane fa (4 marzo 2011) “Il Mattino” riusciva a mettere in fila una serie di imprecisioni (“Su Marina della Lobra il Tar dà ragione al Comune“) che qui riassumiamo (anche in questo caso l’articolo è tra i commenti di questo post):

  1. NON E’ VERO che il TAR Campania ha commesso un abuso di potere nell’avocare a se la giurisdizione sul demanio, il giudice amministrativo ha annullato quel provvedimento della Regione perché nella procedura non ha interpellato il comune interessato; inoltre la sentenza non ha in alcun modo trasferito la giurisdizione al comune;
  2. questo significa che E’ FALSA anche l’affermazione secondo la quale la sentenza produrrebbe “finalmente un colpo di accelerazione” con “positivi riflessi nel processo di sviluppo socio-economico e turistico” (e se ciò fosse vero questo sarebbe sviluppo?);
  3. infine, nell’articolo si parla erroneamente di 15 milioni di euro mentre nel progetto definitivo il costo è lievitato a ben 21 milioni.

Lobra, un toponimo enigmatico

Abbiamo scritto della straordinaria importanza simbolico-culturale della Marina Lobra: “porta” del territorio, luogo d’incontro tra dimensioni diverse, punto d’intersezione tra differenti sensi del tempo, soglia e sintesi di altre visioni del mondo. Sopra tutto questo, però, c’è una caratteristica del luogo che va oltre qualsiasi interpretazione: nei secoli il suo nome ha assunto un’importanza tale da designare l’intero territorio che si trova al vertice della Penisola Sorrentina.

Per comprendere meglio l’origine e il significato del termine “Lobra” (da cui “Lubrense”), ecco cosa dice la letteratura locale:

Sulla marina di Massa esisteva dai tempi del mito greco un tempio sacrificale detto dai latini Delubrum eretto in onore delle sirene ma più verosimilmente di Minerva che con le prime costituiva una presenza a dir poco ubiquitaria lungo le coste della penisola sorrentina. Sulle rovine di questo tempio o forse di una vicina villa romana, in epoca cristiana, venne eretta una chiesa in onore di San Pietro che successivamente fu dedicata alla Vergine Maria, che, per sincretismo con l’antico Delubrum, fu detta della LOBRA.
Da quel momento, la marina della Lobra fu culla della città di Massa Lubrense che finirà per prenderne anche la denominazione agli inizi del ‘300. Quando nel 1463, per l’avversione manifestata dai massesi nei confronti degli aragonesi, re Ferrante ordinò la demolizione delle mura e degli edifici di maggior rilievo, compresa la Cattedrale e la casa del Vescovo, Mons. Belloni fu costretto a trasferire la sede vescovile dall’Annunziata all’antica chiesa di Santa Maria ad Delubrum, in località Fontanella, assumendo di conseguenza anche il titolo di Episcopus Lubrensis. Divenuta insicura anche quella sede per l’instabilità geomorfologica di quel tratto di costa, il reiterarsi delle incursioni barbaresche e la scarsa fruibilità del tempio, ormai lontano dai casali sparsi fra le colline, Mons. Castaldo, nel 1512, trasferì, non senza ostacoli da parte dei nativi, la sede vescovile in località Palma, nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie, che divenne Sede dei presuli lubrensi e tale si conservò fino al 1818 quando la diocesi venne soppressa ed accorpata all’Arcivescovado di Sorrento. Tuttavia già dal 1525 Mons. Marchesi, in un oliveto di proprietà della Mensa Vescovile, in località Campitello detta poi Capitello, aveva dato avvio alla costruzione dell’attuale Nuova Chiesa di Santa Maria della Lobra che poi Mons. Palma concesse ai Frati Minori di San Francesco dell’antica Osservanza con la facoltà di erigervi accanto il loro convento“.

Per completezza, oltre alla voce “Lobra”, riportiamo anche la voce “Massa Lubrense“:

“[…] Con la denominazione di Massa erano indicati i terreni destinati all’agricoltura come attestano Cassiodoro e San Gregorio Magno quando fanno riferimento a possessores e conductores massarum per indicare proprietari e coloni di terreni agricoli o massae. L’accorparsi di tali terreni coltivati dava origine a villaggi, casali e addirittura a comuni con la denominazione di “massa” alla quale veniva aggiunto, per ulteriore precisazione, il nome della località di maggior prestigio del circondario. […] Il territorio lubrense con la denominazione di Massa Publica rimase collegato a Sorrento fino a quando questa città si resse a ducato e come tale è citato in un documento dell’anno 938 ed in un testamento del luglio 1111 […]. Il titolo di Lubrense, sostiene il Filangieri, appare negli atti della cancelleria angioina solo agli inizi del XIV secolo e come per il Vescovo detto “Lobrano o Lubrense” anche l’Università di Massa trovò nell’antico Delubrum o tempio sacrificale della Fontanella, l’etimo per il suo predicato nominale“.

Fonte: Goffredo Acampora, Strade e luoghi della Penisola Sorrentina, Centro Studi e Ricerche Francis Marion Crawford, Nicola Longobardi Editore, Castellammare di Stabia, Napoli, 2001, pp. 36-37, 40.

(A loro volta, i due brani sono tratti rispettivamente da: P. Esposito – S. Ruocco, La Lobra, Eidos Edizioni, Castellammare di Stabia, Napoli, 2000;
e da: R. Filangieri, Storia di Massa Lubrense [1910], Arte tipografica, Napoli, 1991; A. Trombetta, Profilo linguistico onomastico della Penisola Sorrentina, Abbazia Casamari, Frosinone, 1983)

PS: la parola latina “delubrum” può essere tradotta sia come tempio che come santuario; l’accostamento, dunque, risulta semplice: Marina Lobra = Marina Sacra